Capitolo 5: L'Alleanza dei Ribelli

Capitolo 5: L'Alleanza dei Ribelli

Lasciammo Pompei all'alba, il ricordo di Lucas e Giulia che ci infondeva una nuova forza. La nostra prossima tappa era Ostia, il porto. Arrivammo, e il luogo era un brulicare di vita: navi che andavano e venivano, mercanti che urlavano le loro merci, un caos vibrante. Ci mescolammo alla folla, cercando ciò che ci serviva. Non eravamo qui per commerciare, ma per trovare alleati.

"Cerchiamo voci. Quelle che sussurrano di resistenza," disse Tebris, i suoi occhi che scansionavano la folla.

Ci rifugiammo in un campo di ribelli, nascosto tra le dune e la vegetazione, un luogo che solo pochi conoscevano. Erano uomini e donne con volti scavati, segnati dalla fatica e dalla lotta, le vesti consumate, ma nei loro occhi vedevo una scintilla, una sfida che riconoscevo. Erano come noi.

Il loro capo, un uomo con cicatrici sul viso e uno sguardo che aveva visto troppe battaglie, ci accolse con un cenno del capo. La sua aura era di autorità silenziosa, ma non minacciosa.

"Siete nuovi, vero?" la sua voce era roca, ma ferma. "Cercate guerra?"

"Cercavamo giustizia," risposi io, il mio sguardo dritto nel suo. "E abbiamo trovato la guerra. Vogliamo combatterla." "La troverete qui," disse l'uomo, annuendo lentamente. "Il mio nome è rax. E voi?" "Bellius. E lui è Tebris, mio fratello." Marcus ci scrutò, i suoi occhi che leggevano le nostre anime. "Siete come noi. Persi, ma con un fuoco che brucia ancora. Benvenuti."

Ci unimmo a loro. Qui, trovammo non solo rifugio, ma anche addestramento, strategie, e notti passate a pianificare, a sussurrare nell'oscurità i nostri prossimi passi. La vendetta non era più solo nostra, ma di tutti coloro che avevano sofferto sotto il giogo di Roma. rax era un leader pragmatico, un uomo che aveva perso molto, ma che aveva trasformato il suo dolore in resistenza organizzata. Vedeva in noi non solo vendicatori, ma catalizzatori, un nuovo tipo di determinazione che poteva infiammare la rivolta.