IL VOCALISTA (STRUMENTI A FIATO)

IL VOCALISTA (STRUMENTI A FIATO)

  • Con il Cantante: Simbiosi tossica. Il Vocalista fornisce armonie complesse e controcanti che elevano la performance del Cantante, il quale però raramente riconosce questo contributo. Il Vocalista cova un risentimento profondo, sentendosi il "fantasma della musica"—essenziale ma invisibile. Il Cantante, dal canto suo, considera il Vocalista un semplice supporto, un "tappeto sonoro" per la sua voce. In rari momenti di perfetta sincronia, creano una magia indistruttibile, ma è una tregua temporanea in una guerra fredda fatta di sguardi di traverso e piccole sottrazioni di volume durante le prove.

  • Con il Violinista: Rispetto armato. Si osservano come due snob di circoli diversi. Il Violinista disprezza la "mancanza di sustain" e la "natura effimera" del fiato, considerando il Vocalista un artigiano di second'ordine. Il Vocalista ritiene il Violinista un pedante senza anima, la cui tecnica perfetta non riesce a nascondere il fatto che "suona con le dita, non con il cuore". Si tollerano per professionalità, ma ogni complimento suonano falso e carico di sottintesi.

  • Con il Pianista: Il matrimonio di convenienza. Il Pianista è l'ancora di salvezza del Vocalista, l'unico che comprende veramente le sue esigenze armoniche e gli fornisce le basi solide su cui volare. Il Vocalista, in cambio, dà voce e colore alla complessità a volte astratta del Pianista. Non sono amici, ma alleati strategici. La loro relazione è fatta di cenni d'intesa durante le performance e rari, ma sinceri, "bravo" dopo un assolo particolarmente riuscito.

  • Con il Batterista: Il conflitto esistenziale. Il Batterista rappresenta tutto ciò che il Vocalista disprezza: il caos, il rumore, la mancanza di melodia. Per il Batterista, il Vocalista è un rompiscatole pretenzioso che vuole mettere pause noiose nella sua potenza ritmica. Le loro prove sono un campo di battaglia: il Vocalista implora per "un po' di spazio", il Batterista ribatte che "lo spazio è noia". La loro tregua è instabile e mediata a fatica dal Bassista.

  • Con il Chitarrista: Ignoranza reciproca. Occupano universi paralleli. Il Chitarrista non ascolta il Vocalista, se non per canticchiarne occasionalmente una melodia e poi distorcerla in un riff. Il Vocalista considera il Chitarrista un adolescente rumoroso con un giocattolo costante. Non c'è odio, solo una totale mancanza di interesse. Qualsiasi tentativo di collaborazione suona forzato e imbarazzante.

  • Con il Bassista: Il mutuo soccorso. Il Bassista è il miglior amico del Vocalista. Insieme, formano la "spina dorsale della melodia" spesso dimenticata dagli altri. Il Bassista fornisce il groove che dà corpo alle linee del Vocalista, che in cambio abbellisce e rende memorabili le sue parti. Si scambiano sguardi complici quando gli altri litigano, uniti dalla consapevolezza di essere i veri, anonimi, artefici del sound della band.

  • Con il Cantore dell'Antimusica: Orrore puro. Per il Vocalista, la cui arte è basata sul soffio vitale, il Cantore è l'incarnazione della morte. Lo evita fisicamente, percependo la sua presenza come un vuoto, un gelo che minaccia di spegnere la sua fiamma creativa. Il solo pensiero che il suo suono possa essere "annullato" gli provoca un'ansia viscerale.